di Gennaro Savio

In Italia avvengono cose che farebbero inorridire e ribellare le coscienze civiche delle popolazioni dei Paesi più sperduti del cosiddetto Terzo Mondo. Dopo che per trent’anni sull’isola d’Ischia e in Campania non si è data la possibilità ai cittadini di potersi costruire nella legalità la casa dove poter vivere dignitosamente la propria esistenza. Dopo che si è fatto di tutto affinché la gente costruisse abusivamente in quanto l’abusivismo edilizio ha rappresentato un potente strumento di clientelismo politico ed elettorale, dopo che gli stessi “abusivi” sono stati illusi dal pagamento di esosi condoni la cui somma sborsata non sarà più restituita indietro dallo Stato contribuenti-beffati e dopo che i vari Berlusconi, Carfagna e loro solidali locali pur di prendere voti hanno promesso, strumentalizzando vergognosamente un dramma sociale senza precedenti che vivono migliaia e migliaia di famiglie campane, che non sarebbe andato più giù neppure un pilastro di casa, riprendono i tragici e disumani abbattimenti delle prime case di necessità. Così, come avvenuto nei mesi scorsi, mentre la grossa speculazione edilizia affaristica e camorristica continua a dormire sonni tranquilli, altre famiglie lavoratrici si vedranno abbattere l’umile casa dalle ruspe di Stato: assurdo! E’ questa la “giustizia” di uno Stato capitalistico dell’infame sfruttamento dell’uomo sull’uomo e delle disuguaglianze e discriminazioni sociali come l’Italia che continua a fare il debole coi forti e il forte coi deboli e ci sono anche personaggi dalla cultura borghese e cosiddetta “legalitaria”, con la pancia piena e che conducono una vita agiata, che se ne vantano pure: che schifo! Come dire: “il sazio non crede al digiuno”. Ma come si può solo immaginare di sbattere fuori dall’unica abitazione, famiglie che se l’hanno costruita con immani sacrifici, per la quale stanno pagando ancora il mutuo e nella quale vivono coi loro piccoli bambini da anni e che, tra l’altro, non hanno neppure un’alternativa abitativa? Solo in uno Stato dall’infame sistema capitalistico come il nostro possono verificarsi certe vergogne e tragedie sociali così drammatiche come questa e per la quale si sta distruggendo la psiche di migliaia e migliaia di uomini, di donne e di bambini. Ma i cittadini devono sapere che per questa tragedia ci sono responsabilità politiche e sociali ben precise. Responsabili diretti degli abbattimenti sono i rappresentanti politici locali, provinciali, regionali e nazionali di centrodestra e di centrosinistra che prima hanno avallato l’abusivismo ricevendone in cambio voti e potere e, successivamente, non hanno fatto nulla per fermare gli abbattimenti delle case della povera gente. In modo particolare in questo momento dovrebbero quantomeno provare vergogna quei candidati del centrodestra locale e nazionale che l’anno scorso, in occasione delle elezioni regionali, hanno illuso gli elettori con la falsa promessa che avrebbero fermato gli abbattimenti se fossero stati votati ed eletti e che bene faranno i cittadini a cacciare dalle proprie case a calci nel sedere alle prossime elezioni politiche che sembrano sempre più imminenti. Responsabili, sono anche quei rappresentanti dei Comitati cosiddetti anti-ruspe che durante le scorse elezioni regionali si sono letteralmente prostrati ai piedi dei vari candidati del centrodestra – leggasi Silvio Berlusconi e Mara Carfagna solo per fare gli esempi più eclatanti, oppure Martusciello che sembra aspiri alla carica di Primo cittadino di Napoli – facendo da un lato sopire la giusta protesta e lotta popolare e, dall’altro, illudendo gli elettori che questi signori avrebbero davvero e definitivamente risolto il problema. Purtroppo, anche questa volta, premonitrice è stata la dura presa di posizione del PCIML e di Domenico Savio che aveva ampiamente previsto e denunciato in piazza l’inganno elettorale dei signorotti del governo e dei loro lacchè. Ma complici di questa tragedia, sono purtroppo anche i cittadini-elettori che nonostante tutto, hanno continuato negli anni a farsi ingannare e illudere votando e portando nelle Istituzioni personaggi abituati a risolvere i propri problemi personali e di casta e, al tempo stesso, a pugnalare alle spalle i propri elettori. Per poter fermare questa tragedia sociale occorre un forte e determinato movimento di lotta con alla guida uomini del popolo fidati, coraggiosi, coerenti e non compromessi e collusi col potere dominante responsabile dei nostri drammi sociali. Il Movimento unificato per il diritto alla casa delle isole di Ischia e Procida, di cui mi onoro di far parte assieme a tanti altri amici e che si riunirà nelle prossime ore, così come fatto sino ad oggi, continuerà a battersi contro l’abbattimento delle prime case di necessità in questa battaglia durissima e difficilissima dove, però, è necessario e indispensabile il sostegno di tutto il popolo.

*  Direttore di PCIML-TV