Ischia – Per l’amministrazione di Giosi e Enzo lo stato di abbandono del territorio è una vergogna. Dopo il nostro intervento e quello di Michele D’Antonio arriva la segnalazione di Ennio Anastasio, che invia anche una serie di foto.
Infatti Anastasio

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scrive:

Pontile Aragonese, perché non si interviene?
Non bastano attestazioni di buona volontà, servono azioni politiche precise
di Ennio Anastasio
La parte seconda del Codice dei beni culturali e del paesaggio si occupa della protezione e conservazione dei beni culturali. Nello specifico è proprio l’art. 30 del Codice che fa riferimento agli obblighi conservativi in via generale, introducendo, la norma, una precisa distinzione tra i soggetti tenuti alla conservazione di tali beni e disponendo in particolare:
1) per lo Stato, le Regioni, gli altri Enti pubblici territoriali ed ogni altro ente ed istituto pubblico l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza.
2) per i privati proprietari, possessori o detentori di beni culturali l’obbligo di garantirne la conservazione con interventi conservativi volontari ed imposti.
Pienamente condivisibile dunque l’attestazione del consigliere del Comune d’Ischia, Giovanni Sorrentino che è voluto intervenire sulle condizioni di fatiscenza e pericolo in cui versa lo storico pontile Aragonese. Ed infatti proprio in un articolo a suo nome divulgato sui social e dalla stampa isolana poco più di un mese fa, il “difensore storico” del borgo di Ischia Ponte a cuore aperto, afferma: ” L’arco, cosiddetto, la corrente, ristrutturato dalla Ditta Ferrara nel 2004 in maniera egregia ponendovi le cosiddette catene tiranti per preservarlo da possibili crolli, non è stato più curato e rischia danni irreparabili. Il Castello oggi è splendidamente tenuto e conservato dalla famiglia Mattera. Se penso all’idea, nata negli anni ’80, di espropriarlo e renderlo bene pubblico creando un accesso dibattito tra favorevoli e contrari, mi vengono i brividi. Io sono fiero di avere archiviato tale pratica quando sono stato Sindaco. I beni pubblici spesso vengono mal curati e l’abbandono e lo scarso decoro la fanno da padroni. Il Castello avrebbe avuto lo stesso triste destino”
Parole agghiaccianti che esprimono una verità amara, dove i compiti e le responsabilità, ben inquadrati dal Codice, purtroppo conducono a risultati diversi; l’attestazione si vive ad Ischia, probabilmente anche in altre località del nostro Paese, ma è fuor di dubbio che qui da noi, sull’isola verde, 222 metri di architettura marittima di enorme valore storico e culturale, meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo,sono lasciati al loro destino, allo sferzare del vento e del mare che ogni anno continua a scavare lasciando segni indelebili, profonde cicatrici che non trovano cura, amore, rispetto. Forse per campanilismo, forse per verità, ma in fondo siamo in molti ad essere d’accordo: ” Ischia Ponte con il suo Castello Aragonese è la prima attrattiva dell’isola d’Ischia. Si può dire che ogni turista come prima cosa ci tiene a visitare o anche solo a godere dello spettacolo maestoso del vecchio Castello”, è così che continua Giovanni Sorrentino lanciando indirettamente un appello e azzardando anche che vi siano buone intenzioni dell’attuale Amministrazione in materia di interventi di manutenzione e ripristino. Già, ma veniamo al problema: l’antico pontile per troppo tempo è stato oggetto di abbandono e di incuria, manchevole di interventi mirati ed oggi , con i suoi seicento anni di storia, il ponte Aragonese reclama interventi di non poco conto. In particolare i parapetti per gran parte della loro lunghezza ai lati esterni sono oramai spogli delle lastre in piperno che li tappezzavano; la maggior parte di queste lastre sono crollate in mare ma adagiate in bassissimo fondale sono ben visibili e recuperabili, altre giacciono sugli scogli sottostanti, andrebbero in fretta tutte recuperate per un loro riposizionamento. L’unico arco di passaggio al di sotto del ponte necessita di interventi seri e non rimandabili così come molti basoli di coronamento ai muretti laterali sono scollati e pronti a cadere, altri sono già andati via e profonde buche caratterizzano la parte alta di protezione perimetrale ai lati del basolato di calpestio.