di Luciano Venia

L’isola di Ischia è una Destinazione centrale nelle flussioni di viaggio e soggiorno dell’Italia e rientra nel novero delle Eccellenze del Turismo Europeo, e per varietà e per qualità dei suoi attrattori. La località-struttura ischitana ha allestito nel corso di decenni di lavoro ed esperienza intensiva, una offerta qualificata; anche grazie al supporto di una complessa organizzazione ricettiva articolata in settori e in segmenti diversificati.

Ciò in base a molteplici livelli di servizi erogati e di costo finale al cliente; esso fruitore dei “pacchetti” ovvero delle offerte integrate di soggiorno e servizi per la cura della persona, lo svago, il trasporto etc. – è l’attore protagonista del complesso.

Un attore sempre più in sintonia con l’universale processo di decadimento dei ceti medi, della middle class e progressivamente ascritto a quel ceto low cost a cui tutti noi, volenti o nolenti finiamo per appartenere; è una sorta di inattesa proletarizzazione che si occulta dietro tv e telefonini, macchine a rate e mutui bancari, lavoro precario e carte di credito ricaricabili e che presceglie come vera offerta alla divinità turbocapitalistica i giovani; con essi designando non solo i ventenni ma i trentenni, i quarantenni e i cinquantenni altrove definiti come baby boomers ovvero figli della stagione dell’opulenza che a grappoli nacquero nel nostro paese, ma non solo, negli anni sessanta.

Il Sistema Ischia, autentico Distretto Turistico multifattoriale riesce a proporsi come area di cura e riabilitazione, di benessere e salute con le molteplici fonti e sorgenti minerali endogene, le quali assai rinomate e considerate, consentono di sostenere l’attività di molti stabilimenti termali rafforzando e potenziando la capacità magnetica della platea alberghiera e stimolando ulteriormente (rispetto alla amenità dei luoghi e alla possibilità della balneazione) la appetibilità dei beni immobiliari i cui titoli di proprietà continuano a circolare o sui quali vengono esercitati altri diritti reali.

Il contratto di locazione stagionale che viene infatti definito “contratto di locazione transitoria per finalità turistica” è contemplato infatti dall’art. 1, comma 2, lett. C della Legge 431 del 1998 ed è menzionato dagli articoli 1571 e seguenti del Codice Civile.  Esso è stato e ancora resta una importante voce di attivo nel bilancio del sistema rappresentando un delta che incrementa la ricchezza della comunità locale e moltiplica il reddito e gli investimenti di estese fasce di popolazione che hanno ereditato o acquistato in altro modo immobili destinabili all’accoglienza e alla abitazione; e garantisce in parte una riserva di valore ed anzi di valuta per i mesi di bassa stagione, durante i quali l’economia riduce i suoi volumi ed i suoi benefici effetti. Anzi in autunno-inverno e nelle prime settimane di primavera opera un meccanismo di perequazione intrinseca di sistema con il ribaltamento delle fonti prevalenti di sussistenza a vantaggio dei redditi da lavoro dipendente (dipendenti comunali, asl, aziende di servizi: acquedotto, trasporti, rifiuti, mondo della scuola) che affermano protagonismo e centralità nella circolazione monetaria (fornendo impulso al circuito della distribuzione, soprattutto quella della grande distribuzione e delle ampie superfici, la cui eccessiva dislocazione – e forse incauta accettazione in rapporto ai principi regolatori – sul ristretto spazio territoriale, ha colpito e depauperato il potenziale economico degli esercenti delle piccole imprese commerciali, relegando quella che un tempo veniva individuata come spina dorsale del sistema e della classe media, al ruolo di attore marginale e periferico del processo economico) in modo che esso venga cumulato appunto al reddito derivante dalle locazioni turistiche dei beni immobiliari extralberghieri ed anche a quelli derivanti dalla locazione per usi diversi (insegnanti incaricati, rappresentanti di commercio, maestranze in loco etc o ancora nuove coppie autoctone) in ragione del diffuso patrimonio di vani disponibili in loco; infine a corollario di questo teorema è indispensabile citare un essenziale volano economico che garantisce benessere al sistema o almeno dignitosa sopravvivenza alla maggior parte delle fasce meno abbienti della popolazione: esso è rappresentato dallo strumento “indennità di disoccupazione” che riguarda migliaia e migliaia di famiglie operando in funzione di ammortizzatore sociale.

Ma ancor più, Ischia in quanto isola non smette di proporsi al mercato globale come zona di mare, località balneare e marina (con ogni altra dimensione nautica dal diporto al diving) nonostante le gravi fenomenologie di inquinamento che non attengono peraltro in modo esclusivo ad eventuali scarichi in mare di proprie adduzioni irregolari (comunque irrisoriamente “chimiche” ma prevalentemente organiche; ovvero agevolmente assimilabili dai moti convettivi marini che le riciclano e le igienizzano o ne depotenziano rischi ed inconvenienti per l’uomo).

Le bellezze paesaggistiche, il patrimonio botanico – sia per la presenza di vegetazioni di macchia mediterranea o di varietà rare attecchite in isola grazie a una pluralità sorprendente di microclimi sia per la straordinaria configurazione di giardini (La Mortella, Ravino etc) e parchi (la immensa utilità delle pinete laddove oltre ai sempreverdi vegetano rigogliosamente arbusti e piante creando un magnifico sottobosco in pieno centro ad Ischia Porto fatto davvero unico nel mondo) sia per i nuovi parchi aromatici tra i quali è opportuno citare quello delle fonti delle Ninfe di Nitrodi laddove gli aromi e gli effetti di piante officinali aloe, cedrina, rosmarino ed altre vengono peraltro somministrate per intento corroborativo e depurativo come complemento delle applicazioni minerali dell’acqua sorgiva – i circuiti culturali, le aree ambientali, le zone archeologiche e gli spazi espositivi, i prodotti tipici, le acque minerali, gli stabilimenti balneari e termali e i ricchi depositi di arte e storia cristallizzati in edifici e templi aperti al culto e mille altre risorse segnano le eccellenze isolane a cui si aggiungono le competenze, le specialità, le originalità, le caratteristiche insulari e vulcaniche del territorio con i mille enigmi fumarolici e le vestigia sepolte ancora in attesa del nostro operare.

Ischia quindi c’è. E’ sistema. Ed è impianto produttivo. Industria e Giardino. Stabilimento e Onda di marea. Fabbrica e Comunità.

Ischia in quanto sistema resiste, funziona, evolve.

Ma la disastrosa immagine dell’area metropolitana di Napoli e le criticità assolute in termini di ordine pubblico, ciclo dei rifiuti e delle acque, inquinamento ambientale trascinano Ischia nel contromarketing quando essa stacca il proprio significato dai caratteri suoi propri e viene automaticamente associata o messa in relazione alla terraferma e cioè al territorio napoletano.

In più vi è il disconoscimento del nostro apporto in termini di ricchezza alla Campania, al prodotto interno regionale vuoi in termini di concrete erogazioni irpef e vuoi per i depositi di risparmio, gli investimenti, l’occupazione, il fatturato complessivo e quindi ancora contribuzione all’erario per l’Iva e per le mille altre voci di tassazione indiretta.

La Pubblica Amministrazione non restituisce in termini di gamma ed efficienza di servizi all’isola di Ischia ciò che Ischia medesima eroga come argurion alle differenti stazioni istituzionali.

Questa premessa serve allora a individuare un Progetto per l’Avvenire e per il Sociale, appunto definito PR.A.S ARGURION che implichi sul piano interno:

1) un Patto Sociale per la Crescita tra Albergatori, Termalisti, Commercianti e Artigiani che delimiti pur nel rispetto della autonomia contrattuale di ciascun attore del sistema un cronoprogramma degli interventi strutturali per migliorare e qualificare il territorio e la produzione-erogazione dei servizi e le rispettive linee-guida per trovare un punto accettabile di compromesso per la redistribuzione del reddito nel senso di fissare chi fa che cosa e come ponendo limiti convenzionali all’esercizio di determinate attività all’interno delle strutture alberghiere;

2) un Patto tra Capitale e Lavoro cioè tra Imprenditori e forza lavoro per individuare livelli di retribuzione e modalità operative nel rispetto di quanto stabilito dagli articoli 2060 e seguenti nel Libro Quinto del codice civile e dei contratti collettivi nazionali di categoria superando episodi di sfruttamento e negazione dei diritti ma anche contemplando un recupero di efficienza e di professionalità recependo da parte dei lavoratori lo spirito di Lisbona sulla formazione continua; fissazione di una quota minima di occupazione dei giovani isolani nelle imprese alberghiere, commerciali e dei servizi disagiati per non potere concorrere agevolmente a occupazioni in terraferma per evidenti limiti geografici;

3) un Patto con le Generazioni per modellare e modulare la successione nelle imprese dal lato imprenditoriale e l’accesso al mondo del lavoro, da parte di giovani e non occupati fissando obiettivi a cui chiamare a concorrere le istituzioni locali e le associazioni di categoria favorendo la nascita di imprese ed attività in grado di fornire uno sbocco occupazionale e un iter di realizzazione personale dei giovani; allestimento di una rete di protezione speciale e di solidarietà per i lavoratori espulsi dal processo produttivo turistico e previsione di meccanismo di sostegno e reinserimento nel lavoro;

4) Un Patto per la Governance dei servizi ridisegnando gli attuali equilibri e le contrapposizioni tra le diverse municipalità utilizzando gli strumenti che la legge pone a disposizione come Convenzioni, Comunità isolana, Coordinamento dei servizi, Gestioni consorziate, Consorzio etc. senza invaghirsi di concetti e formule vuote se non adeguatamente sostanziate da progettualità (volere ad esempio una fusione dei comuni senza prevedere strumenti partecipativi e precise finalità collettive senza potere sfuggire in tal modo al possibile rischio di egemonia e condizionamento dei punti decisionali da parte del ceto capitalistico ultraproprietario);

5) Un Patto per l’Identità che recuperi, tuteli, promuova e valorizzi la Storia isolana, la sociologia comunitaria, la identità, le tradizioni, le canzoni, le filastrocche, le poesie, i racconti, le lingue parlate (i dialetti specifici), gli usi, i costumi, le cerimonie, le feste rituali, le danze, i canti popolari, il folk, le memorie e le leggende che contribuisca alla Nascita del Museo Etnologico da abbinare al Museo Archeologico dislocato in contesti diffusi a cui destinare le testimonianze e i reperti ritrovati alla Collina di San Pietro a Ischia e a Punta Chiarito oltre che nei siti tradizionali di scavo a Lacco Ameno; formazione di un cartellone annuale degli eventi e qualificazione della spesa liberando il settore  organizzazione di feste e spettacoli da eventuali papponi (si suol dire ricottari) e profittatori;

6) Un Accordo per la Libertà, la Partecipazione e la Democrazia che garantisca l’accesso dei cittadini ai documenti e procedimenti con la circolazione di informazioni sui programmi relativi alle determinazioni degli enti locali e coinvolga e promuova la Partecipazione diretta dei cittadini alla vita istituzionale e amministrativa esaltando le forme di interpello, petizione, istanza, referendum e consultazione in misura maggiore di quanto già sancito dalla l. 241/90 e dal D.Lgs 267/2000 nel rispetto dei valori del Trattato dell’Unione Europea e del Titolo V della Costituzione.

Ischia deve poi conseguire nove obiettivi risultato di altrettante missioni prioritarie avente carattere strutturale e strategico:

1) Trasporti: ridisegnare il sistema dei trasporti marittimi e razionalizzare il quadro orario e degli accosti nei diversi porti garantendo efficienza, sicurezza e competizione riscrivendo le regole all’insegna di una pregnante compatibilità coi diritti costituzionali e i principi del Trattato della Unione Europea; mantenere la proprietà pubblica della Caremar e potenziare la sua funzione passando da un ruolo residuale a un ruolo competitivo centrale sulla tratta Ischia-Pozzuoli e Ischia-Napoli facendone il vettore principale della VIA F la strada d’acqua (Proposta Venia) che connetta Ischia alle coste del Lazio come un Ponte Mobile a modalità continua; potenziare la flotta pubblica e rinnovarla al 100% ampliando le imbarcazioni al servizio dell’isola;

2) Sanità: Ampliare, migliorare, capacitare, rendere più efficiente e dotare di nuove macchine e attrezzature, nuovi reparti, più posti letto e più medici (e con maggiori specializzazioni) l’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno; realizzare a Ischia un nuovo Pronto Soccorso intitolandolo al Vescovo Santo di Ischia Mons. Antonio Pagano negli spazi del centro polifunzionale di via Morgioni; ampliare  e concentrare gli ambulatori specialisti diffusi su più sedi; coordinare le attività di trasferimenti dei malati in terraferma e una più capillare distribuzione di ambulanze sullo scacchiere isolano; diffondere estensivamente apparati defibrilatori e di punti di soccorso sugli arenili più affollati (San Pietro e Mandra a Ischia, Citara e Chiaia a Forio, Maronti a Barano etc.);

3) Ambiente: Ottimizzazione della depurazione delle acque di scarico e razionalizzazione e integrazione delle reti pluviali; manutenzione canaloni di montagna; attività di monitoraggio e prevenzione delle criticità e dei rischi idrogeologici; creazione rete pluviometrica.

Piano di Forestazione Isolana; Valutazione dello stato delle pinete e dei boschi e conseguenti decisioni e operazioni di rimboschimento, cura e manutenzione del verde;

4) Vulcanesimo, analisi e studio della situazione attuale; censimento di fonti, sorgenti, fumarole, bocche e repertorio dei fenomeni, delle anomalie e delle significanze in cooperazione con le competenti autorità scientifiche e i poteri istituzionali; installazione di una rete mareografica finalizzata alla misurazione del livello delle maree nel Porto di Ischia (che da qualche tempo registra sensibili manifestazioni sensibili di innalzamento delle acque sopra il livello delle banchine) e alla prevenzione di emergenze di ondosità anomale nella persistenza di un significativo rischio tsunami per la ubicazione di numerosi complessi vulcanici sottomarini nel Tirreno (Magnaghi, Marsili, Vasilov etc) e di relazioni di ristretta distanza con le Eolie e l’area Etnea oltre che con le vicinissime caldere flegree e la stessa vicinanza del Vesuvio le cui propaggini giungono al mare; potenziamento della rete sismografica a causa della tradizionale sismicità del territorio (eventi del 1881 e 1883 tra i più disastrosi nella storia Europea e le stesse registrazioni in loco degli eventi del 1930, del 1962 e del 1980 e i ripetuti boati sotterranei avvertiti in territorio soprattutto di Casamicciola Terme ma non solo;

5) Fonti e Sorgenti Minerali, attivazione di un Centro di Studi interdisciplinare sulle proprietà fisico-chimiche di acque e terreni; loro utilizzo in cure e processi di cura, riabilitazione e benssere per fornire un più robusto substrato scientifico al turismo termale;

6) Autorità Indipendente del Mare formata dai sei comuni con una molteplicità di Funzioni ed obiettivi che vanno dal Controllo sui Trasporti e la Nautica, alla educazione civica, alla pesca e al ripopolamento dei fondali; alla tutela dei beni o dei siti a interesse archeomarino;

7) Mobilità, razionalizzazione della Polizia Locale con la gestione unitaria della Polizia Locale; la redazione e l’attuazione di un Piano Isolano per la Mobilità; unificazione delle tariffe taxi e della sosta a pagamento; educazione stradale e Progettazione di Funicolari, Linee Metropolitane Leggere su ferro e Gomma; Piano incentivato per la sperimentazione di motori ecologici a trazione elettrica o a idrogeno;

8) Energia, piano isolano per la Geotermia,e il solare;

9) Giovani, spazi sociali di ricreazione e studio; corsi professionalizzanti; controllo sul rispetto delle leggi in materia di retribuzione e formazione; ampliamento spazi per la pratica sportiva; realizzazione aree per la musica e realizzazione del Teatro; scuole d’arte e artigianali.

La gravità della congiuntura economica mondiale, la specifica criticità italiana specie in ordine alla disoccupazione e al debito pubblico e ai relativi freni alla spesa della p.a. e quindi la riduzione di investimenti e lavoro si somma al disastro ambientale per i rifiuti e le acque di scarico a mare in Campania.

Sul piano del marketing appare necessario disgiungere e distinguere la realtà isolana dal novero delle criticità e delle difficoltà strutturali della terraferma.

Ischia per la ricchezza della sua storia, per la bellezza e vastità delle proprie risorse naturali, per la laboriosità e bonomia della sua gente, per l’eccellenza delle proprie infrastrutture turistiche, per una storia civile bimillenaria, per le straordinarie storie, per una economia matura e solidale può avere ancora un avvenire di benessere.

LA GRANDE RIVOLUZIONE CULTURALE E’ QUELLA ANCORA NON AVVIATA MA DA ME PROPOSTA ALLE ISTITUZIONI E ALL’ECONOMIA COL PROGETTO VIA F, LA STRADA D’ACQUA CHE COLLEGHI L’ISOLA VERDE AL LAZIO FACENDO DI FORMIA IL GRANDE ED EFFICACE PORTO D’ISCHIA.

ISCHIA HA GRANDI PROSPETTIVE SE SI VOLGE AL LAZIO PER EVITARE IL CONGESTIONAMENTO E LE CRITICITA’ DEI PORTI CAMPANI DI NAPOLI E POZZUOLI.

LA QUINTA VIA MARINA DI ISCHIA, LA VIA F, CON NAVE VELOCE CHE COLLEGA A FORMIA, DA DOVE IN UN’ORA DI TRENO E ANCOR MENO CON L’AUTO SI RAGGIUNGONO I CASELLI AUTOSTRADALI, GLI AEROPORTI DI ROMA E LA STAZIONE FERROVIARIA ROMA TERMINI.

DAL PORTO DI  FORMIA POI AUTOBUS TURISTICI, VALIGIE, APPROVVIGIONAMENTI QUOTIDIANI IN APPENA UN’ORA E VENTI MINUTI DI NAVIGAZIONE PIU’ VOLTE AL GIORNO POSSONO RAGGIUNGERE ISCHIA.

E CON IL LAZIO STABILIRE E SVILUPPARE RELAZIONI ECONOMICHE, SOCIALI E CULTURALI PER RICREARE QUELLA ORIGINARIA CONNESSIONE CON LA CITTA’ ETERNA CHE RISALE ALLA FONDAZIONE DI ROMA QUANDO IL CULTO DI VESTA PASSO’ DALLA NOSTRA GRANDE ISCHIA, L’ANTICA PITHECUSA A ROMA.

ISCHIA E’ ROMANA PERCHE’ ROMA DEVE UNA PARTE DEL SUO FONDAMENTO ALLA CIVILTA’ DELL’ISOLA DI ISCHIA.

LUCIANO VENIA