Una società al capolinea. L’intolleranza spesso si manifesta nell’atteggiamento abituale di chi avversa con metodi antidemocratici le opinioni altrui, specialmente in materia di politica e di religione. È un atteggiamento becero di chiusura. Sempre più diffuso. E si manifesta, dalle origini dell’uomo, con la sottomissione degli schiavi, le persecuzioni degli eretici, l’antisemitismo e con fatti di violenza verso le donne e verso gli extracomunitari. La crisi economica, morale e culturale che colpisce il nostro paese rischia di travolgere anche le ultime trincee della solidarietà e dell’aiuto reciproco. Il vero problema è quella sorta di indifferenza e di silenzio che ottenebra le persone. Attualmente l’intolleranza ha raggiunto livelli elevatissimi. Le ragioni? La crisi economica, la convivenza tra popoli differenti oltre che vere e proprie forme di ignoranza diffusa rispetto alle persone che la società reputa diverse, perché la gente ha sempre paura dell’ignoto e di tutto ciò che è estraneo e sconosciuto. Ma il più profondo motivo è la mancanza di valori da parte delle persone che maltrattano chi è differente nella razza e nel pensiero. Anche in politica è diffusa l’ostilità. Infatti, in modo frequente, in televisione, nei dibattiti e nei telegiornali si può assistere a discussioni molto accese tra i vari uomini politici. E anche queste possono considerarsi vere e proprie forme di intolleranza. Ci sono  politici che, per nascondere la  loro acclarata incapacità politica e la loro infinita disonestà, arrivano ad osteggiare i giornalisti liberi fino a farli censurare. Tutto, grazie ai compiacenti vertici delle emittenti  televisive e delle testate varie, che spesso sono politicizzate. Ad esempio, in Italia è successo al compianto Biagi e ed è capitato spesso a Travaglio. Ormai molti giornalisti non possono più scrivere liberamente e finiscono con l’essere completamente asserviti a padroni, editori e amministratori dei giornali. Ma la vera ironia della sorte è che spesso si tratta di giornali che attingono dai finanziamenti pubblici soldi nostri. E la mala-politica, per non ammettere i propri errori, attenta alla libertà di stampa. Ormai il fallimento di chi ci amministra è evidente sia a livello Nazionale che locale. La colpa è dei politici che, una volta eletti, se ne fregano altamente di chi li ha votati, e spesso finiscono col trattare i propri elettori come schiavi che scambiano i proprio diritti per favori e diventano dei ricattati a vita. Ciò avviene soprattutto nei piccoli centri dell’Italia meridionale, dove è molto frequente che i politici vengano eletti su base familiare, clientelare e spesso gli elettori subiscono veri e propri ricatti da avvocati, commercialisti e altri professionisti senza scrupoli al potere. Infine, ci sono anche donne, che si professano emancipate e poi, per lavorare negli enti pubblici, scendono vergognosamente a compromessi prostituendosi con “vecchi” politici. La vera tragedia è che in apparenza è una società, fra virgolette, normale ma, in realtà, ne ricorda una molto simile, fatta di ricatti, compromessi e violenza psicologica:

LA MAFIA.