Ignazio Castagliuolo

In generale e per quanto riguarda la Caremar, si paga una cattiva gestione da parte della Regione Campania specialmente, ma anche delle varie amministrazioni provinciali e locali. Complessivamente la Caremar paga, al pari della sanità e quant’altro rappresenti il comparto dei beni e/o servizi pubblici, la cattiva politica che da sempre caratterizza la pubblica amministrazione, meridionale specialmente, che non ha assolto correttamente la giusta, necessaria e dovuta funzione di gestione e/o controllo.

Oggi, nel silenzio o nella demagogia che tenta da un lato di anestetizzare una opinione pubblica che già ha perso troppo spesso la capacità di indignarsi, oppure dall’altro di utilizzare i problemi quali pretesti, inutili e facili, di acquisire visibilità politica, la Regione Campania attuerà la solita cosiddetta p r i v a t i z z a z i o n e, costituendo la società Co.Re.Ma. nella quale rischia sostanzialmente di essere ne’ ente regolatore ne’ gestionale del servizio.

Sul modello “bad company”, gli armatori privati (ACAP) porteranno via, in pratica gratis, le rotte e le navi più redditizie. Alla Regione Campania (e quindi ai cittadini) i debiti, le navi ferme da rottamare, ed i dipendenti in esubero con il rischio certo e serio del monopolio.

Il conto verrà pagato dalle isole d’Ischia, di Procida e di Capri, eccezionali per popolazione residente, per capacità economica–finanziaria, socio-culturale e turistica.

La faccenda è terribilmente seria e va ben oltre il dato economico e politico, per configurarsi come una grande questione di principio giuridico, sociale, culturale e morale, diventando davvero inammissibile, soprattutto in una regione come quella di Napoli, socialmente destrutturata e con uomini di governo (Regione, Provincia e Comuni) che non riescono a farla uscire dall’attuale marginalità economica, sociale, politica e culturale.

E’ semplicemente il solito tentativo italiota, già all’attenzione della Commissione europea di vigilanza, di gestione di un cambiamento dovuto senza che i dovuti cambianti avvengano: liberalizzare non significa certo privatizzare, o peggio. E’ mia idea che certo si può anche proporre o condividere una simile soluzione, ma altrettanto certo è che non la si può e non la si deve proporre e presentare in modo diverso da quella che purtroppo è!

Ritengo che i Sindaci isolani devono oggi assumere il proprio obbligatorio e doveroso ruolo attivo, determinante e non residuale di rappresentanza dei diritti della cittadinanza, di tutela del territorio e della società dove sono stati eletti: mio personale plauso all’Ass.Pinto per l’impegno profuso, ma in generale e con le dovute eccezioni, colpevolmente assenti i sindaci ed i “nostri” rappresentanti provinciali, io dico.

Responsabilità dirette gravissime in questa disastrosa gestione del disastro Caremar da parte della Regione Campania e della IV Commissione trasporti marittimi dell’On.De Siano.

La Caremar/Co.re.ma. deve essere presente quale società dello Stato che svolge, al pari delle altre compagnie, un servizio di natura pubblic. Una nuova e moderna politica. Una politica che si metta al passo con l’Europa. Un politica che acquisti o recuperi la propria terzietà!

Il soggetto pubblico deve essere un soggetto di mercato, efficiente, efficace ed economico parametro di riferimento dell’impresa privata perchè una buona politica determina una buona impresa, una cattiva politica una pessima impresa.

La Core.ma. deve:

1 – assicurare la continuità territoriale durante tutto l’anno (O.S.P.: obbligo di servizio pubblico), in modo continuativo, omogeneo e funzionale per fasce orarie di collegamento (L.169/75); 2 – rispettare lo standard di sicurezza previsto ed imposto dal quadro normativo nazionale ed europeo (Direttiva 98/18/CE; decreto legge n. 45/2000); 3 – migliorare gli attuali vantaggi tariffari e sociali del cittadino residente e/o pendolare nell’attuazione dell’obbligo di servizio pubblico con una maggiore competitività e minori prezzi; 4 – attuare un piano serio e dettagliato di potenziamento dei servizi comunque obbligatori della Caremar/Co.re.ma..