di Luciano Venia

Il Golfo di Napoli è già liberalizzato all’80% con la presenza prevalente di armatori privati che garantiscono servizi di navigazione di linea oppure organizzano charter o allestiscono programmi di escursione e di giri delle isole e delle coste con finalità turistica oppure rientrano in programmi come le cd metropolitane del mare con percorsi che allo stato escludono l’isola di Ischia.
La Caremar sorta per le formidabili mobilitazioni dei cittadini delle isole allora molto capaci di articolare proposte e di manifestare proposte e volontà generale con una energia insopprimibile è stata costituita per dare attuazione alla legge 169/75 che nel suo programma intendeva assicurare servizi essenziali per lo sviluppo delle isole.
E infatti per l’art. 3 di tale legge: ” Le linee marittime di collegamento con le isole di cui al precedente articolo 1 sono stabilite dal Ministro per la marina mercantile, sentite le regioni interessate, di concerto con i Ministri per il tesoro, per le partecipazioni statali e per le poste e le telecomunicazioni. Il numero delle linee, la periodicita’ dei collegamenti ed il tipo di naviglio debbono essere adeguati a soddisfare le esigenze di mobilita’ dei cittadini, nonche’ quelle dei servizi postali e commerciali, contribuendo a promuovere lo sviluppo socio-economico di ciascuna isola. In caso di possibilita’ di piu’ scali in una stessa isola, uno solo di essi, di massima, deve essere compreso negli itinerari delle predette linee.”
Tuttavia le attribuzioni di competenza legislativa alle Regioni e i nuovi trattati Ue hanno modificato radicalmente il quadro nel quale collocare la missione della Caremar.
Una società avente una funzione ed una missione sociale come la Caremar deve esistere ed anzi va potenziata e mirata allo svolgimento di una serie di servizi specie nelle fasce di maggiore mobilità da e per le isole per dare stabilità e continuità al sistema del trasporto.
Ma essa deve essere maggiormente efficiente con una trasformazione profonda che deve tenere conto delle mutate condizioni storiche, sociali ed economiche globali e della stessa previsione dei Trattati Ue.
Va quindi riformata la legge 169/75 riscrivendola integralmente e slegandola da burocrazia e rigidità per ispirarsi invece all’obiettivo quadro cioè all’oggetto sociale chiaramente ancorato a motivazioni di perequazione dei costi all’utente finale, alla stabilità dei collegamenti specie nelle fasce orarie di intensa mobilità dei residenti e nei periodi di bassa stagione e alla sicurezza, alla velocità e alla datazione della flotta.
Vanno rivisti i contratti di lavoro e calati nella realtà e nella attualità.
Vanno potenziati i collegamenti di linea con Pozzuoli con navi ro-ro a scadenza almeno bioraria per creare il treno merci delle isole e garantire approvvigionamenti e connessioni con l’area flegrea a prezzo sociale e quindi con benefici enormi sull’economia dell’isola di Ischia.
Va realizzato il collegamento con nave veloce Ischia(Forio)-Formia-Fiumicino di cui al mio progetto Via F che consente di bypassare la criticità e la congestione dei porti campani fornendo ad Ischia una quinta via d’acqua e una quarta sponda.
Vanno inserite le isole di Ischia e Procida nel sistema del circuito biglietto integrato anche per le tratte marittime e va aperta una inchiesta da parte della Magistratura sulla mancata inclusione delle isole in questo programma che ha concausato e ampliato danni economici ai cittadini e alle imprese delle isole soggetti a un differenziale di prezzo rispetto ad altri cittadini della terraferma in modo assai rilevante e con riverbero sui costi di beni e servizi sulle isole.
Va quindi tenuta salda una partecipazione pubblica determinante nella nuova Caremar per garantire la socialità del servizio, atteso che di competitori privati ve ne sono già tanti e altri ve ne possono essere aprendo a una più efficace concorrenza libera.
La proposta è quella di salvaguardare – pur nelle forme di una necessaria rivisitazione della struttura societaria per renderla efficace, efficiente e maggiormente economica – il carattere SOCIALE della Compagnia.
La Proposta, lette le ultime decisioni del Governo, (Corriere della sera del 28-07-11 pagina 29 economia) è quella di consentire l’ingresso nel Capitale della Caremar non solo della Regione per garantire isonomia a tutti i cittadini campani anche ai sensi dell’art. 3 comma 2 della Costituzione e dell’art. 2 dello Statuto della Regione ma anche, con una quota del 34 % della eventuale nuova società per le partecipazioni nelle imprese strategiche dello Stato e che dovrebbe nascere dalla Cassa Depositi e Prestiti per creare valore attraverso la crescita, il miglioramento di efficienza e l’aumento di competitività coinvolgendola nella reale Governance della nuova Caremar e con il fine principale di garantire i diritti civili e sociali dei cittadini anche in riferimento alla qualità, alla velocità, alla sicurezza, al costo del servizio.
Per fare ciò occorre integrare il decreto minisetraile dell’8 maggio e contemplarvi le necessità dei territori insulari.
E’ la Regione Campania e per essa Giunta e Consiglio, a dovere disegnare la nuova Compagnia Sociale che persegua cioè non solo efficienza economica ma anche l’obiettivo della continuità territoriale a costi parametrati a quelli delle altre modalità di trasporto in Regione.
E infatti il centrodestra sull’isola di Ischia in campagna elettorale annunciò di volere difendere la Caremar e di introdurre il biglietto unico. E non può e non deve venire mano a questa volontà..
Se il governo degli Stati Uniti è entrato nel salvataggio di importanti istituzioni finanziarie è mai possibile che a Napoli, periferia del capitalismo globale, si voglia eliminare la Compagnia Pubblica perchè ormai siamo nella logica di assoluto liberismo?
Non credo sia possibile e risulterebbe difficilmente sostenibile.
Da ultimo di converso per ottenere maggiore spinta anche dai lavoratori sarebbe necessario prevedere sin dalla origine della nuova Caremar la novità della PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI AGLI UTILI DELLA IMPRESA ma ancora di più la PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI ALLA GESTIONE con la presenza di un loro rappresentante, eletto periodicamente da tutti i lavoratori, nel Consiglio di Amministrazione comunque lo si chiami e a prescindere dalla formula societaria prescelta.
Occorre lavorare su un punto qualificato allora: illustrare le peculiarità dell’isola di Ischia in rapporto alla enorme quantità di pendolarismo, alla effettiva condizione geografica ma anche alla esposizione di questo territorio insulare a una serie di fattori di rischio come quello marino, sismico, vulcanico e idrogeologico che richiamano la necessità di dotare questo importante complesso insulare di servizi a regime speciale come soluzione particolare nel quadro dei principi costituzionali e come momento di effettivo modellamento dei valori ue alla fattispecie singolarissima, speciale delle isole.
Se la politica ischitana sarà in grado di elaborare questo modello politico, sociale e partecipativo porrà le basi per un nuovo periodo di libero sviluppo.
Infatti a nostro avviso oggi il COSTO DEI TRASPORTI E’ IL FATTORE PIU’ CRITICO DEL TURISMO E DISINCENTIVA MILIONI DI FAMIGLIE DI POTENZIALI TURISTI A VENIRE SULL’ISOLA DI ISCHIA. CON GLI STESSI SOLDI ESSI PERSEGUONO OPZIONI DI EGUALE VALENZA NATURALISTICA A PREZZI MOLTO PIU’ BASSI. IL RISULTATO E’ UNA POTENTISSIMA CRISI CHE COINVOLGE SOCIETA’ E IMPRESE.
I sindaci al di là di qualche lettera sino ad oggi non sono riusciti, a nostro avviso, a guidare la sana protesta contro la discriminazione dei nostri cittadini. Chiediamo loro di avere più convinzione e di mettere più coraggio. Noi pensiamo che i sindaci debbano raccogliere questo nostro appello e scendere al nostro fianco in una battaglia non più minimalista.
Se c’è la volonta coesa, condivisa, forte dei nostri sindaci e dei consigli comunali si impedisce la morte della Caremar e si ottiene il suo rilancio a partire da due questioni essenziali: a) l’introduzione del biglietto integrato a tempo a costo basso dei biglietti per navi e aliscafi (Unico); b) l’apertura di una inchiesta da parte della Magistratura per comprendere i motivi della mancata inclusione dell’isola nel circuito Unico e verificare l’eventuale violazione della legge dello Stato; c) il rinnovamento della Flotta per garantire ad Ischia, alla sua gente, ai turisti ospiti altri 30 anni di trasporto a livelli di grande standard qualitativo.
Noi ci crediamo. E per questo scendiamo in campo a sostenere il nostro buon diritto.
LUCIANO VENIA