Di Luigi Telese – Ischia Nuova

Giosi Ferrandino (PD) e Domenico De Siano (PDL) auspicano nel loro futuro politico una Grande Coalizione per vincere le elezioni di Maggio e restare a galla per il prossimo quinquennio. Così la Grande coalizione, da condizione di emergenza, è diventata un obiettivo strumentale ma non politico. Anche l’ Isola d’Ischia sembra avere così la sua Grande Coalizione, convenuta tra Giosi e Mimì sia per Ischia che per Lacco Ameno che per Casamicciola (ove però i giochi sono tuttora molto aperti); ma sebbene realizzate “ai tavolini” del Bar Calise, queste Grandi Coalizioni Civiche sembrano essere fatte più sulla carta che concrete, tanto grandi quanto fragili. Ovviamente la politica è anche tattica. E, in fondo, è comprensibile il tentativo di Mimì e Giosi di aggrapparsi, dove possono, a Grandi Coalizioni per cercare di “vincere” ove non hanno “convinto” in 5 anni di amministrazione. Ma la politica non può ridursi solo a tattica. Già la sua impotenza ha prodotto una diffusa delegittimazione, uno scollamento autoreferenziale, che dai partiti rischia di trasferirsi alle istituzioni. Se la difficoltà di essere rieletti (Giosi ad Ischia, Domenico a Lacco Ameno) viene affrontata con l’animo di chi cerca un riparo per sé, o una convenienza di potere per il proprio gruppo, il pericolo diventa mortale. La politica si rilancia solo se torna a essere confronto sul futuro. Su quello dei nostri figli, del sistema Ischia. Solo se si mettono in gioco le conoscenze, le intelligenze, le risorse. Se si è capaci di dire dei SI’ e dei NO. Se l’esito della partita non è scontato, se si è disposti a perdere il vantaggio di partenza. La Grande coalizione è una possibilità estrema: i grandi Partiti, capaci di riconoscere l’interesse complessivo, non si negano questa carta di riserva. Il paradosso di oggi è che alcuni cultori dei modelli maggioritari (Giosi sembra appartenere al PD, mentre Mimì al PDL), del mito del governo eletto direttamente dal popolo, si sono improvvisamente convertiti alla Grossa Coalizione, necessariamente Civica, quale forma di governo estraneo ai partiti e alla competizione elettorale. Ma chissà se questi “leader di sé stessi” non parlano con lingua biforcuta. Da neutralizzare soprattutto è il disegno di chi, attraverso l’ idea della Grossa Coalizione Civica vuole rendere così l’esito delle elezioni più probabile, quasi una farsa da imporre ai Cittadini. Non sarebbe questa una via d’uscita legittima ai loro evidenti fallimenti sui territori che hanno amministrato: sarebbe il prolungamento della loro agonia, attraverso un’ operazione di sommatoria elettorale, innaturale quanto estemporanea per coprire insuccessi altrimenti evidenti. In una parola sommare i numeri di due debolezze per nascondere la mancanza di progettualità politica ed amministrativa. L’intesa tra partiti e Leader antagonisti non va esclusa, ma non può essere neppure indicata come l’esito ottimale. È possibile che ad Ischia la normalità democratica sia sempre l’ultima opzione? La normalità è la democrazia competitiva, con progetti e leadership alternative, con un vincitore, con la formazioni intorno al proprio programma ed al proprio organigramma di una coalizione e che dispone di quegli strumenti minimi per garantirsi un governo amministrativo di consiliatura senza matrimoni innaturali, e anzi accettando talvolta i giudizi negativi o il rischio di uno stop politico ed elettorale. La posta in gioco è questa. La democrazia è stata da sempre associata alla dimensione di una città o di uno Stato. Dare all’ Isola d’ Ischia vitalità e istituzioni democratiche è la nuova frontiera su cui combattere oggi una delle battaglie politiche decisive, anche per il Comune Unico che resta l’ orizzonte e la nuova frontiera dei progressisti e dei riformisti. Ma la transizione deve riportare il Paese (Ischia, Lacco Ameno, Casamicciola) a un confronto serio sul suo futuro. L’antipolitica e la sfiducia prosperano perché la politica è diventata piccola e timida, volenterosa di coprire con le sommatorie elettorali il vuoto di progettualità degli attuali “leader di sé stessi”. Pensare a Grandi Coalizioni Civiche, a nuovi intrecci di nomenclature (magari con inserimenti di leader esterni e di ulteriori partiti personali) sarebbe una resa, evidente quanto clamorosa. Una resa alle solite, indaffaratissime oligarchie che parlano contro la casta e che già lavorano per comporre a piacimento il prossimo cda dei nostri Municipi. Ma le parole non bastano per cambiare questo scenario. Ci vuole il coraggio di mettersi in gioco, ad Ischia, a Casamicciola, a Lacco Ameno. E’ quello che intende fare Ischia Nuova con quanti la pensano in sintonia.