Del Presidente dell’associazione il Volo- Ignazio Castagliuolo –  Il disastro del Gruppo Tirrenia e della CAREMAR è figlio di decenni di lottizzazioni, clientelismo e spreco di denaro pubblico.
In generale e per quanto riguarda la Caremar, si paga una cattiva gestione da parte della Regione Campania specialmente, ma anche delle varie amministrazioni provinciali e locali. Complessivamente la Caremar paga, al pari della sanità e quant’altro rappresenti il comparto dei beni e/o servizi pubblici, la cattiva politica che da sempre caratterizza la pubblica amministrazione, meridionale specialmente, che non ha assolto correttamente la giusta, necessaria e dovuta funzione di gestione e/o controllo.

Oggi, nel silenzio generale o nella demagogia che tenta da un lato di anestetizzare una opinione pubblica che già ha perso troppo spesso la capacità di indignarsi, oppure dall’altro di utilizzare i problemi quali pretesti, inutili e facili, di acquisire visibilità politica. La Regione Campania voleva attuare e (forse) attuerà la solita cosiddetta p r i v a t i z z a z i o n e, costituendo la società Co.Re.Ma. nella quale rischia sostanzialemnte di essere ne’ ente regolatore ne’ gestionale del servizio.
Sul modello “bad company” , gli armatori privati (ACAP) porteranno via (?), in pratica gratis, le rotte e le navi più redditizie. Alla Regione Campania (e quindi ai cittadini) i debiti, le navi ferme da rottamare, ed i dipendenti in esubero con il rischio certo e serio del monopolio.

Il conto verrà pagato dalle isole d’Ischia, di Procida e di Capri, eccezionali per popolazione residente, per capacità economica–finanziaria, socio-culturale e turistica.

La faccenda è terribilmente seria e va ben oltre il dato economico e politico, per configurarsi come una grande questione di principio giuridico, sociale, culturale e morale, diventando davvero inammissibile, soprattutto in una regione come quella di Napoli, socialmente destrutturata e con uomini di governo (Regione, Provincia e Comuni) che non riescono a farla uscire dall’attuale marginalità economica, sociale, politica e culturale non solo ma sopratutto non assumendosi il proprio obbligatorio e doveroso ruolo attivo, determinante e non residuale di rappresentanza dei diritti della cittadinanza, di tutela del territorio e della società dove sono stati eletti.

La Caremar/Co.re.ma. non poteva né può essere oggetto politico, meglio ostaggio della politica.
Deve essere presente quale società dello Stato che svolge, al pari delle altre compagnie, un servizio pubblico. Una nuova e moderna politica. Una politica che si metta al passo con l’Europa.
Il soggetto deve essere un soggetto di mercato, efficiente, efficace ed economico parametro di riferimento dell’impresa privata perchè una buona politica determina una buona impresa, una cattiva politica una pessima impresa.
La Core.ma. deve:
1 – assicurare la continuità territoriale durante tutto l’anno (O.S.P.: obbligo di servizio pubblico), in modo continuativo, omogeneo e funzionale per fasce orarie di collegamento (L.169/75); 2 – rispettare lo standard di sicurezza previsto ed imposto dal quadro normativo nazionale ed europeo (Direttiva 98/18/CE; decreto legge n. 45/2000); 3 – migliorare gli attuali vantaggi tariffari e sociali del cittadino residente e/o pendolare nell’attuazione dell’obbligo di servizio pubblico con una maggiore competitività e minori prezzi; 4 – attuare un piano serio e dettagliato di potenziamento dei servizi comunque obbligatori della Caremar/Co.re.ma..

Ciò detto nella precisazione che l’Ass. IL VOLO si riserva l’eventuale esercizio di azioni collettive inibitorie e/o di responsabilità (class action) di atti e comportamenti eventualmente lesivi degli interessi e dei diritti dei cittadini – utenti.