Ischia – A D’Amato proprio non lo vogliono. Gli avv.ti Bruno Molinaro e Miriam Petrone, difensori di Elio D’Amato, da noi interpellati,  bollano come “illegittimo sotto molteplici profili” il  provvedimento con il quale il comune di Ischia ha nuovamente collocato a riposo, a far data dal 1.8.2013, l’attuale comandante dei Vigili Urbani, sulla base di un non pertinente e fuorviante richiamo all’art. 72, comma 11, del d.l. n. 112/2008.

il provvedimento in questione, che – ci dicono i legali – sarà impugnato a tempo debito innanzi alla competente Autorità Giudiziaria, si appalesa viziato in primo luogo da sviamento di potere per l’evidente “fumus persecutionis” caratterizzante l’azione amministrativa, ancorchè risulti apparentemente motivato con l’esigenza di dover “mandare a casa” tutto il personale in servizio presso l’ente con almeno quaranta anni di contribuzione, al fine di provvedere ad un vero e proprio ricambio generazionale “nell’ambito di una più funzionale riorganizzazione delle risorse umane”.

Con tale inopinata e colpevole iniziativa, violativa – fra l’altro – della normativa di settore e del precedente provvedimento reintegrativo del Giudice del Lavoro, sulla quale sono in corso anche indagini difensive, ad opera dello studio Molinaro, preordinate all’esercizio di un’azione penale nei confronti dei responsabili – già identificati dal D’Amato e da numerose persone informate sui fatti – per reati contro la pubblica amministrazione, vengono – di fatto – calpestati ed elusi fondamentali principi comunitari, ritenuti intangibili da autorevoli pronunce della Corte di Giustizia delle Comunità Europee e della Corte Europea per i diritti dell’Uomo, posti a garanzia della “non discriminazione” sul luogo di lavoro per motivi di sesso, religione, età, lingua, razza, etc.

Sono note, infatti, ed hanno formato oggetto di approfonditi dibattiti le direttive sull’Uguaglianza razziale (2000/43/EC) e sul Lavoro (2000/78/EC) approvate dall’Unione europea per proteggere i cittadini contro ogni forma di discriminazione e – di certo – quella preannunciata nei confronti di Elio D’Amato lo è e si connota di particolare gravità per il contesto nel quale è maturata, anche alla luce di quanto ora stabilito dal d.lgs. n. 216/2003, contenente l’esplicita previsione del divieto di discriminazione per età.