Processo forestale. Oggi udienza di fuoco. Il P.M. ha chiesto una condanna ad un anno e mesi sei di reclusione per tutti gli imputati. Sono state concesse le attenuanti generiche. Fra gli imputati ricordiamo vi sono: l’eurodeputato Giosi Ferrandino, ex Sindaco di Ischia, l’arch. Silvano Arcamone, già dirigente dell’ufficio tecnico, Donato Carleo, Provveditore interregionale per le opere pubbliche (Campania e Molise), ed infine per Domenico Parracino, che è il legale rappresentante della impresa esecutrice dei lavori.  Appassionata e ben articolata la discussione dell’avvocato Bruno Molinaro, che rappresenta le parti civili e  ha concluso chiedendo un’esemplare condanna al risarcimento dei danni per una attività edilizia sfacciatamente illegittima che “rappresenta uno dei più gravi attentati degli ultimi anni al territorio e ai valori paesaggistici dell’isola per di più perpetrato dallo Stato nell’interesse del Corpo Forestale chiamato istituzionalmente a difendere proprio tali valori”. Hanno partecipato anche Gennaro e Domenico Savio, rappresentanti del P.C.I.L.M e coraggiosi difensori del diritto alla casa, hanno più volte definito la costruenda caserma come uno scempio di Stato. I rappresentanti  hanno sottolineato la disparità di trattamento riservata dallo stesso Stato agli abusivi c.d. di necessità. Ricordiamo che il P.M. Minucci, nel chiedere l’affermazione della responsabilità  penale , ha anche chiesto il non doversi procedere nei confronti degli imputati per i reati edilizi e paesaggistici in quanto ormai estinti per intervenuta prescrizione, a cui Giosi Ferrandino non ha rinunciato.

Nella sua arringa conclusiva, l’avvocato Molinaro ha fatto riferimento ad una vasta documentazione dalla quale emergerebbe che la particella 9 del foglio 4  sarebbe stata identificata in ambito catastale sin dal 1969 e quindi da epoca antecente alla delibera consiliare del comune di Casamicciola n. 108 del 1986, con la quale venne stabilito di costituire il diritto di superficie a favore dell’amministrazione statale ma sulla diversa e (anch’essa già preesistente) particella 1.

Questo era in effetti il nodo cruciale del dibattito processuale, riguardante l’acquisizione della disponibilità del suolo. E, dunque, l’aver affermato gli imputati, anche secondo l’accusa, l’esistenza di tale requisito avrebbe viziato di falsità ideologica l’intero procedimento.

Queste e svariate altre cose, relative all’assenza di ogni intesa tra Stato e Regione, all’ inefficacia dei verbali delle conferenze dei servizi, alla mancata approvazione da parte del comune della variante al P.R.G. e alla invalidità ed inefficacia dell’autorizzazione paesaggistica sono state argomentate ed ulteriormente illustrate con numerosi richiami a norme e sentenze, a sostegno della tesi accusatoria, dal legale delle parti civili, il quale si è anche riservato di depositare memoria in vista della prossima udienza, fissata dal Giudice Occhio fino per il 17 ottobre 2018.

Ricordiamo che alla prossima udienza discuteranno gli avvocati Genny Tortora per Giosi Ferrandino, Silvano Arcamone e l’avvocato Luigi Siniscalchi per il Provveditore Carlea.