Gennaro MinicucciGratuità dei parcheggi nelle zone con strisce blu per i portatori di handicap muniti dello speciale contrassegno

di Gennaro Minicucci

Sarà anche vero che le sentenze della Cassazione non costituiscono un fondamento normativo, ma un’autorevole interpretazione di una norma già esistente. Sarà quindi vero che il fatto che una sentenza che riguarda un fatto accaduto in un Comune non possa inficiare, in alcun modo, l’autonomia decisionale di altre città. Ma è anche vero, verissimo, che l’insieme delle sentenze emanate costruisce quella dottrina giurisprudenziale che inevitabilmente finisce con l’influire su successivi pronunciamenti, creando precedenti pesanti. Ecco la ragione per cui la sentenza numero 21271, emessa dalla Seconda Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione lo scorso 5 ottobre, è destinata a far discutere, e molto, creando comprensibili risentimenti tra le fila dei cittadini disabili, troppo spesso penalizzati nella ricerca di un parcheggio. Un cittadino palermitano disabile è infatti stato multato per aver occupato, senza pagarlo, uno stallo delimitato da strisce blu, l’indisponibilità di parcheggi riservati. Ha così fatto ricorso, ma la Seconda Sezione Civile della Corte Suprema di Cassazione lo ha respinto, affermando che la gratuità della sosta “non è prevista da alcuna norma” e che comunque tale gratuità si limita a garantire un vantaggio economico, ma non per questo favorisce una più agevole mobilità del cittadino disabile. La legge, anziché dare peso a simili sentenze, s’inasprisca verso coloro i quali occupano abusivamente le strisce dedicate ai portatori di handicap; o verso chi circola con contrassegni disabili regalati o tollerati con eccessiva leggerezza. Riconosciamo, infatti, che uno dei motivi che forse inducono le amministrazioni a stringere le maglie della legge nei confronti delle persone disabili potrebbe essere rappresentato da persone che “marciano” su falsi contrassegni, quando non su contrassegni di amici e parenti. Ma allora, forse, sarebbe più opportuno effettuare verifiche più severe e rigorose, tanto più oggi che ci si potrebbe avvalere, a questo scopo, delle più sofisticate tecnologie. Ci troviamo invece di fronte alla situazione paradossale di Comuni che si fregiano di portare avanti iniziative – peraltro lodevoli – come quelle legate ai parcheggi rosa riservati alle donne incinte e alle neomamme, di cui più volte abbiamo parlato sul nostro sito; iniziative non legate ad alcun tipo di legge o normativa, ma fondate unicamente sulla cortesia e il senso civico dei cittadini. Ma che poi si trovano a non avere adeguati strumenti per tutelare in maniera efficace i diritti dei cittadini penalizzati da disabilità.