di Luciano Venia
promotore di Rinascita di Ischia
LA PREMESSA
I Romani hanno sempre amato Ischia e ne colgono quei tratti speciali che ne fanno un unicum a mezza via tra la tradizione partenopea e i caratteri anche climatici del basso Lazio.
Gaeta, Formia, Anzio hanno la stessa cultura marittima e molte vegetazioni alla periferia di Roma rimandano alle nostre stupende coperture del Montagnone, di Fiaiano, di Casamicciola.
Omologa appare la cultura con un sacro rispetto per la storia e le tradizioni. Identico il forte influsso da un lato della Chiesa Cattolica e dall’altro dell’operare di una qualificata avanguardia di laici, liberi e di sani principi, tesi al riformismo e alla innovazione sociale.
LA SITUAZIONE SOCIOSTORICA
Ischia dal 1952 segna una fortissima attività turistica e costituisce una realtà industriale (intesa come sommatoria di un complesso di imprese del medesimo comparto) del turismo e del termalismo con pochi paragoni a livello mondiale.
Per questa capacità dei suoi lavoratori e dei suoi imprenditori Ischia produce ricchezza che assomma in modo oscillatorio al 20-25 per cento del pil regionale della Campania, ma non riceve un trattamento che sia corrispettivo in termini di ampiezza e qualità dei servizi.
Sussistono molte criticità a partire dal costo e dalla disorganizzazione dei trasporti marittimi che concorrono a determinare una accentuazione della crisi disincentivando milioni di famiglie del mezzogiorno a raggiungere l’isola per i prezzi dei biglietti di navi e aliscafi che a loro detta sono non sostenibili in base al reddito.
Stessa situazione riguarda i residenti che vengono discriminati rispetto ad altri campani perchè pagano molto di più dei cittadini della provincia che si recano a Napoli per lo stesso esercizio del diritto di cittadinanza utilizzando le ferrovie o i trasporti su gomma. Ischia non ha alternativa modale e soffre questa violazione dei diritti costituzionali fondamentali come quello alla libertà di circolazione sul territorio nazonale..
Problemi ancora più evidenti circa i servizi della sanità e per le continue battaglie sull’ospedale Rizzoli che viene sempre aggredito da problematiche: dal numero dei letti ai macchinari, dai medici agli infermieri e più generalmente sulle risorse ad esso assegnate. La chiusura del Pronto Soccorso – lo PSAUT – a Ischia Ponte verso il quale non abbiamo ancora visto azioni e reazioni forti da parte della comunità politica di Ischia e nonostante l’annulamento dei provvedimenti di chiusura delle istituzioni sanitarie. Il silenzio della politica è grave e fa pensare.
Che dire poi dell’inquinamento del Golfo di Napoli che supera la pur interessante tematica di migliorare lo sversamento in mare di acque depurate provenienti dall’isola. Il problema è difatti ancor più quello dell’impatto di tante foci inquinanti sulla costa campana lungo un asse di decine di chilometri.
E la scarsa adduzione idrica nonostante tre condotte sottomarine? Le condizioni di strade e porti?
E il problema del lavoro? E gli edifici scolastici ? E la politica culturale?
LA PROPOSTA
Occorre aprire una Vertenza Ischia con gli enti sovraordinati per trasferire in una Piattaforma Unitaria la rivendicazione di idonea ed adeguata erogazione di servizi e di risorse da parte di chi vi è obbligato per legge.
Parallelamente occorre avviare un grande Piano Strategico per lo Sviluppo delle Relazioni economiche e culturali con il Lazio e la Città di Roma, nel rispetto delle cooperazioni auspicate dai trattati europei, al fine di trasformare turisticamente Ischia nell’Isola di Roma, nel senso di creare le condizioni perchè la popolazione dell’Urbe e quelle del Lazio individuino nella nostra terra come tremila anni fa il Luogo prediletto per la vacanza e l’interfaccia culturale.
Ischia ha la vocazione a svolgere ottimamente questa funzione storica.
LA VIA F
Una stagione di accordi, programmi, scambi, relazioni può stravolgere la stessa configurazione della nostra isola riorientandola all’accoglienza delle genti provenienti dal nord mantenendo ovviamente i legami con Napoli e le sue migliori espressioni.
Prima prova la stesura di una rete di collegamento con navi veloci con i porti di Formia e Fiumicino per il trasporto delle derrate alimentari, dei bus e delle valigie dei turisti superando le congestioni viarie dei porti di Napoli e Pozzuoli.
Una strada marittima, la via F l’ho definita da anni, che ci unisca al Lazio in modo utile ed efficace.
Accogliere visitatori e imprenditori; stringere accordi come nello spirito comunitario con gli enti del Lazio; gemellare quelle città con i nostri comuni; fare iniziative comuni; costruire assieme azioni e attività economiche e culturali.
Ischia ha una sola speranza di rinascita ed è legata alle immense opportunità della sponda laziale.
Pensate a Roma che è Porta del Tirreno in quanto ospita l’aeroporto di Fiumicino, le stazioni di Termini ed Ostiense dove arrivano milioni di viaggiatori del nord che si sommano ai milioni di cittadini laziali spesso abituati a ricorrenti gite fuori città nei fine settimana.
LA PRIMA REGIO
Al di là della straordinaria definizione di Campania Felix vi è storicamente da registrare la riforma amministrativa nell’antica I Regio che unificava parte della Campania e i territori del Lazio. Queste riforme del I secolo dC rilevavano quelle omogeneità che oggi farebbero proporre una Comunità Turistica Tirrena che unisca le antiche Puteoli, Pithecusa, Cuma con le cittadine circostanti (Baia, Bacoli, Monte di Procida) con Pompei, Torre Annunziata (per la splendida villa Oplonti), Sorrento e la penisola, la costiera..che hanno ben poco in comune con la cosiddetta area metropolitana istituita con la legge 56/14 e ancora gravida di incognite operative e funzionali. Ischia non può essere omologata a culture dis egno agricolo o industriale manufatturiero per la sua specificità marittima e turistica. Ma a Ischia la politica non si interroga perchè non sa e non vuol sapere.
LA STRATEGIA PER I PROSSIMI TRENTA ANNI
Ischia può conservare il lascito glorioso della vecchia cultura napoletana e può al tempo stesso realizzare una simbiosi economica, civile e culturale con la Capitale. Un canale nuovo e totale con Roma, un legame privilegiato.
Ischia deve tornare ad essere come nell’antichità, l’isola di Roma (e dei romani)
Qualche volta la politica napoletana non dimostra di avere cultura turistica per comprendere il valore di Ischia e della sua gente laboriosa e straordinaria. Non veniamo corrisposti e nei nostri sacrifici, nella nostra civiltà e nella nostra opera di ragione nel lavoro e nella economia.
La politica di taluni circoli con base a Napoli non ci vuole, ci maltratta, ci umilia, talora ci ha tradito e ci ha illuso.
Bene. Noi positivamente passiamo oltre e nel rispetto della Costituzione delle Leggi cerchiamo risorse e rimedia per preparare la rinascita di Ischia. Puntiamo a Nord Est.
Non è una iperbole e neppure una parola vuota, bensì una azione strategica per i prossimi trenta anni alla quale offriamo queste ideazioni e le relative progettualitài.
Del resto una democrazia avanzata con un grande ruolo assegnato alle autonomie locali non teme mai alcuna innovazione e nessuna rivoluzione culturale nel rispetto dei valori costituzionali e della compatibilità con le norme internazionali.
Ischia proceda verso ampie relazioni con Roma e il Lazio.
Io indico un percorso, un itinerario, la necessità di una svolta, l’effettuazione di un salto per assicurare ai nostri giovani una possibilità, un futuro. Voglio indicare a cittadini e imprese ischitane uno spazio vitale che sta nella simbiosi con territori che hanno omogenea vita civile.
Queste cooperazioni sono possibili ed anzi la nostra Carta prevede addirittura la ipotesi di interrelazioni sul piano istituzionale sino al punto,di cui qui non si intende parlare, di concedere alle autonomie locali ampie prerogative di scelta e di decisione.
IPOTESI DI INTERVENTO
Esiste una gamma ampia di possibilità per cristallizzare la relazione tra ISCHIA e il LAZIO con centro in Roma. Nei primi anni 50 Ischia ebbe l’intuito di guardare a questo orizzonte ma poi il teatrino della politica ci ha ricondotto nella politica delle sabbie mobili, della coltre di nebbia, della sospensione della ragione.
Ad esempio e addirittura, l’art. 132 della Costituzione prevede al secondo comma che “Si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Provincie e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione e aggregati ad un’altra.” Ma questa è solo una iperbole non molto praticabile e forse anche ingenerosa verso il nesso con la storia di Napoli.
Preferibile la teoria di chi punta su accordi di programma, conmferenze di servizi, progetti interregionali sotto l’egida della Unione Europea.
Basterebbe secondo alcuni giuristi che la maggioranza di un Comune o di un gruppo di comuni esprimesse a maggioranza in un referendum la volontà di aggregarsi per motivi storici, economici, culturali e di omogeneità di vocazione territoriale ad una altra Regione per poterlo ottenere mediante una legge dello Stato.
E del resto proprio la riforma del titolo V della Carta Costituzionale ha inteso riconoscere una parità di valore democratico allo Stato, alle Regioni e ai Comuni.
L’art. 114 ai commi primo e secondo stabilisce che “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.”
LA MIA IPOTESI SULLO SPAZIO FISICO DELLA CITTA’ DI AENARIA
Ripetendo e rifacendosi alle mie idee ogni tanto qualcuno si ricorda di Aenaria, la mitica città di origine romana sommersa dai flutti. Verosimilmente le conclusioni geologiche farebbero pensare a un perimetro della nostra isola molto diverso alcuni millenni fa forse più esteso e avanzato verso l’odierna Vivara e innanzi alle coste del lido di Ischia sino a protendersi a est della bocca del porto fino cioè a quelle aree che furono tra i primi insediamenti, alludo a mezzocammino tra Ischia e Casamicciola poi sconvolte da eruzioni recenti come seppe insegnarci il mai abbastanza ringraziato archeologo e scienziato Prof. Buchner che fuse in unico oggetto di studio geologia, archeologia, storia, antropologia. Ischia deve molto a questo grande scienziato molto più di quanto si accorga di dovere.
Questo ho voluto scrivere non per sostenere che dobbiamo rescindere i legami con Napoli o trasmigrare nella regione Lazio ma per dimostrare come l’ordinamento guarda con favore alla relazione dei sistemi territoriali.
Mi piace chiudere con l’aforisma che utilizzai in apertura del mio libro Uomo rete sistema (ed. Imagaenaria) tratto da Gomez Davila: ” L’idea è qui un centro ardente, un fuoco di luce secca. Ne discenderanno conseguenze infinite, ma ancora non è che un germe, una promessa racchiusa in se stessa.”
LUCIANO VENIA