CASAMICCIOLA E IL CASO CLOCHARD, IL SINDACO: «NESSUNA INDIFFERENZA, ACCUSE INACCETTABILI»

comunicato stampa – «Credo che al mondo ci siano poche persone come il sottoscritto che rispettano l’opinione di tutti e la tengono in considerazione, sempre. Però dopo aver letto una serie di commenti sui social a proposito della condizione e della situazione di Giovanni, il clochard che ormai è di casa a Piazza Marina e dintorni, non posso fare a meno di rispondere con una serie di precisazioni. Perché il sottoscritto, da sindaco e da uomo, è pronto a cospargersi il capo di cenere quando commette errori, ma non può accettare di finire alla gogna – per giunta accusato di menefreghismo – per una vicenda che invece lo ha visto impegnato ben più di quanto la veste istituzionale avrebbe imposto ed a qualsiasi ora del giorno e della notte». Così il sindaco di Casamicciola, Giovan Battista Castagma, con un articolato intervento pubblicato sui suoi canali social commenta i toni e le polemiche che si stanno scatenando sulle piattaforme virtuali relativamente alle condizioni in cui vive un cittadino polacco accampato nel pieno centro della cittadina termale. Il sindaco aggiunge: «Si parla della condizione di salute di Giovanni: ricordo a me stesso (e mi duole farlo, perché vorrei che certe cose restassero riservate) che personalmente ho attivato una serie di canali per prestare soccorso a quest’uomo, io stesso l’ho accompagnato presso il centro di Forio e più volte all’ospedale Rizzoli perché potesse sottoporsi alle cure del caso. Ho più volte chiesto l’intervento del 118, ho scritto ripetutamente all’ASL. Giovanni rifiuta ogni tipo di cura e assistenza, al massimo si concede una doccia ogni qualvolta qualcuno gli va in soccorso e poi ritorna alla sua esistenza quotidiana. Non è possibile nemmeno attivare le procedure perché io da sindaco possa prescrivere un trattamento sanitario obbligatorio. E tralascio per ovvi motivi una serie di iniziative di solidarietà». Poi Giovan Battista Castagna chiude il suo intervento con un invito ed un appello al confronto: «Ad ogni modo, siccome non amo le parole ma preferisco i fatti invito – e, credetemi, lo faccio senza alcun tono polemico – i rappresentanti del CUDAS, delle associazioni e di tutti coloro che hanno (davvero) a cuore le sorti di questa persona, a recarsi presso la casa municipale. Dove potranno tranquillamente appurare, dati alla mano, che il sottoscritto e l’amministrazione non siamo rimasti assolutamente indifferenti rispetto a questo caso umano. Per chi volesse davvero sapere come stanno le cose, e non vomitare offese senza nemmeno conoscere in minima parte i fatti, le porte del municipio sono aperte. E magari suggerire qualche soluzione che potrebbe esserci sfuggita: sarebbe un’iniziativa lodevole e costruttiva, piuttosto che sparare a zero sui social. Scusatemi per lo sfogo, ma